Pz – …e così ho deciso di ascoltare il mio Bambino, dottoressa.

Terapeuta – In che modo, Annalisa?

Pz – Ieri dovevo andare a lavoro ma non mi andava per cui ho ascoltato il Bambino Libero e sono rimasta a casa. La sera avevo preso un impegno con un’amica che si è lasciata da poco, ma il mio Bambino non non aveva voglia per cui le ho dato buca.

Terapeuta – Uhm.

Pz – Ora mi sento molto più libera! Come le ho raccontato la volta scorsa, c’era quel collega in ufficio che mi aveva fatto delle avance. Per rispetto di mio marito e del patto tra di noi non gli avevo dato corda, ma ieri mi sono detta: “Il mio Bambino evidentemente desidera sentirsi libero, se gli metto delle regole poi pesterà i piedi”. E quindi ci sono andata a letto. Pensare che ho dato ascolto al mio Bambino non mi fa sentire sensi di colpa.

Terapeuta – Uhm uhm.

Pz – L’ho fatto anche con me stessa: avevo deciso di fare la dieta, ricorda? Però avevo voglia di Nutella, per cui mi sono detta: “Se il mio Bambino interiore la vuole non devo pormi limiti” per cui ho mangiato due fette di pane e Nutella e la sera mi sono ordinata la pizza e i fritti.

Terapeuta – Mi faccia capire, Annalisa: il suo Bambino è orfano?

2 thoughts on “Il Bambino orfano

  1. La storiella non mi piace. La trovo sopra le righe… mi appare inoltre svalutante nei confronti della malcapitata Annalisa che, a quanto sembra, fa ancora confusione tra gli Stati dell’Io fiunzionali. Inutile usare l’ironia davanti a chi ignora il nostro sapere, non credi?… 😉

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